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Antonio G.P.
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Inserito il - 18/03/2009 : 18:57:57
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Egregio signor sindaco, tra le tante ragioni, che avrebbero dovuto sconsigliarmi di sedere e scrivere queste righe, ce n’è una la cui stringente persuasività è irrefutabile. Se, infatti, avrà la compiacenza di farsi un giro tra le vecchie lettere inviate a questo sito, ne troverà alcune nelle quali, allora poco più che vent’enne, chiedevo che i cittadini venissero messi a parte delle questioni pubbliche in modo più veloce e chiaro dei soliti passaparola, magari con l’istituzione di un archivio telematico delle delibere … chiunque può oggi constatare la portata dell’attenzione che allora si riservò alle mie proposte – perfino lei, che ha fama di spigliato comunicatore, non ha fatto molto in tal senso, limitando il suo dialogo con il corpo elettorale agli ultimi mesi di mandato. La politica mottese parla poco, il che non è necessariamente un difetto, perché si può essere indotti a centellinare le parole per prudenza, per umiltà, per profondità di riflessioni, ma anche perché si è sordi. Come nel caso nostro. Ricordo ancora una bella serata organizzata nei locali del cinema Virgillito dall’amministrazione di allora: una pesca negli ultimi giorni dell’anno. Una cosa ben riuscita, ma di nicchia: oltre ai presentatori, si era non più di una quarantina. Meno della metà di coloro che, il 14 luglio per il compleanno del rev. Carmelo Testa, si assiepano nel salone della parrocchia di S. Antonio. Insomma, fu quasi un flop – numericamente parlando. Come tutti i giovani, non avendo ancora capito l’antifona, mi avvicinai ai plenipotenziari dell’epoca per invitarli a pubblicizzare meglio eventi del genere: si trattava di un complimento, ovviamente. Mi sentii rispondere che non era colpa loro, e che era invece la gente a non voler partecipare. Mi permisi di insistere: io pure lo avevo saputo per caso. No! Non era colpa loro: era stato pubblicizzato abbastanza: “Se ti fai un giro per il paese, vedrai quanti manifesti sono stati affissi!”. Quattro (e nessuno in via Luna, per intenderci). Quindi, non mi faccio illusioni sull’accoglienza che avranno le mie parole. Però, rivendico, quanto meno, che sia loro riservata la medesima accoglienza sui fini che mi portano a prendere parola adesso. E, per evitare interpretazioni infelici, preciso senza giri di parole che non è mia intenzione candidarmi alle prossime amministrative. Non ho alcuna voglia di togliere il palcoscenico ai soliti teatranti, né ho mai peccato di così cattivo gusto, da ricordarmi della mia comunità negli ultimi tre mesi che precedono la competizione. Non ho mai ridotto vincoli per me sacri, come l’impegno nel laicato cattolico – e per la cui appartenenza ho sempre pagato in prima persona- l’impegno da italiano nella costruzione di uno spazio pubblico più solido democraticamente e più profondo culturalmente, l’amicizia e i rapporti di parentela a oggetti di sacco elettorale, né ho mai ridotto le persone a mezzi per il raggiungimento di fini per nulla eticamente leciti: dalla scienza alla politica, ho sempre propugnato il primato etico, e sarebbe davvero un pianificare i miei doveri per il soddisfacimento del mio ego. Come buona parte degli italiani, poi, ho sudato davvero tanto in vita perché abbia bisogno, proprio ora, di venire meno ai valori che hanno sorretto i miei sacrifici: un sudore ben diverso da quello che mio padre ha versato nella calura dei capannoni della zona industriale di Catania e del quale io vado fiero, ma è quello che mi è stato chiesto in questi anni. Ed è quello che ho fatto, logorando la schiena e premettendo ai pur naturali desideri di ragazzo i doveri dello studio e della fatica. Altro non so, e non ho saputo fare, ma quello che ho fatto, sorretto dalla mia fede in Dio, l’ho fatto con l’ausilio dell’esempio di santi, il cui affetto si ottiene a costo di qualche grano di rosario. Un prezzo che non conosce l’inflazione della disoccupazione, e che l’attuale crisi non ha minimante intaccato nel suo potere di acquisto, ma che viene pagato, a volte, con l’umiliazione e l’infamia di chi si scandalizza più della preghiera, che non dei deliri di un mondo ormai privo della forza profetica della gioventù. Non voglio candidarmi e, quel che più vale, sono libero di non farlo. Ma non candidarmi non vuol dire sentirmi irresponsabile davanti alla mia comunità. Tutt’altro. Ognuno ha un suo ruolo, e se ci vuole chi metta le mani in pasta – non ho mai giustificato l’anacoretismo politico – ci vuole anche chi tenga alta l’attenzione sulla pulizia dell’impasto, dato che, purtroppo, è venuta meno l’idea di partecipazione … Ora, signor Sindaco, leggo di Lei e di altri, dei vostri progetti, delle vostre speranze per il nostro futuro. Prendo atto del fatto che il nostro paese sia gemellato perfino con il Senegal: nulla da ridire, anzi. Solo che, fossi stato in Lei, avrei non solo stretto Motta più vicino alla base di Sigonella e al centro commerciale Etnapolis – anche per ovvie questioni economiche – ma non avrei perso l’occasione di trasformare i gemellaggi, che intercorrono tra noi e altre città, in occasioni di inter-conoscenza tra culture, più che in momenti di svago per alcuni. Sono più che sicuro che il comune di Motta S. Anastasia potrà diventare, se solo lo vogliono i suoi cittadini, il fulcro politico su cui costruire la futura pace nel mondo; l’Eden dove l’uomo potrà riscoprire il senso della vita nella solidarietà, nell’amore vicendevole, nel rispetto reciproco … contro la guerra, la fame nel mondo, la sofferenza, la malattia, le carestie, eccetera. Per intanto, però, sia Ella e la sua amministrazione, sia i politici attuali e gli aspiranti tali, cortesemente fatemi sapere che cosa ne pensate, e come pensate di agire, circa i vergognosi rincari delle bollette A.T.O, e lasciate che a ragionare del Nuovo Mondo siano i ragazzini delle scuole elementari nei loro pensierini. Noi adulti occupiamoci di come rendere migliore l’attuale, che francamente lascia alquanto a desiderare. Ora, da un breve controllo nelle bollette di casa mia e di casa di mia nonna – due appartamentini di appena 51 mq ciascuno per un totale di quattro persone – ho avuto modo di riscontrare la peggiore truffa che il contribuente abbia mai dovuto subire: un aumento, ad andar bene, del 100% in neanche quattro anni. Fin qui, c’era soltanto da non pagare e mettere tutto in mano ad un avvocato punto. Il problema è che io sono alquanto irascibile, non tanto quando vengo toccato nelle tasche – un mio difetto, lo so! – ma quando vengo punto nell’orgoglio. Egregio signor Sindaco, passi che io debba pagare una bolletta così salata; che io debba pagare anche un adeguamento ai prezzi praticati dall’A.T.O, anche per anni quando detto consorzio non era – grazie a Dio – attivo; che a Motta la raccolta differenziata non è mai partita, e quel poco che viene fatta è lasciata all’incentivo e alla premura dei cittadini; passi, ancora, che Motta paghi aliquote così alte (1,60), a fronte del puzzo che ogni anno, soprattutto nei mesi estivi, dobbiamo subire, e del pericolo per la salute, che le future generazioni dovranno affrontare – ma se consideriamo che siamo l’unico paese in Italia ad avere nel suo centro abitato la più alta torre di trasmissione Telecom non c’è poi tanto da stupirsi. Ma ci sono cose che non possono passare, senza distinguere un uomo da un quaquaraquà: non posso vedere un’intera provincia mobilitata, mentre a Motta tutto tace, o al massimo ci si limita al mormorio. Non posso lasciare che passi inosservata l’enorme discrepanza tra l’atteggiamento Suo, e della classe politica mottese, e quello degli altri amministratori e politici della provincia. Poco mi importa della dignità dei nostri concittadini: io ho la mia, e ben me ne vanto. E non ho alcuna voglia, mi creda, di tacere. Il silenzio è mafioso. Il silenzio è il male. Sarà perché, di mio, io sono logorroico. Sarà perché il prologo al vangelo di Giovanni – e con lui duemila anni di pensiero- ha detto che “in principio era il Verbo”. Sta di fatto, che questa volta la cosa non passa. Evitate di proiettarvi, Lei e tutti gli aspiranti politici mottesi, già al mese di giugno con la sua appetitosa scadenza. Questo delle bollette A.T.O. è il classico cadavere sui cui passare. È il vostro scoglio. Senza chiarezza, non si passa. Almeno, non si passa da casa mia per raccogliere voti. Il che, quanto meno, servirà a rendermi degno di me stesso davanti alla mia storia. Alzarsi il mattino, infatti, e non avere motivi per sputarsi in faccia davanti allo specchio del bagno non è poco. Signor Sindaco, ciascuno di noi, quando è chiamato all’onore, deve mettere in conto di avere anche degli oneri. Non so cosa porti buona parte dei sei miliardi di uomini della terra ad avere ognuno di essi una ricetta, bell’e pronta, per rendere questo mondo migliore. Ben che meno mi è spiegabile la loro sicumera sulla riuscita. Nel mio piccolo, e negli anni, ho gustato il piacere della gavetta e dei piccoli passi, ben conscio che il prestigio ha un suo peso, e che ancora queste spalle non sono pronte per sorreggerlo. Non ho mai pensato di far politica “attiva”, dal momento che, con il buon Aristotele, ho sempre pensato fosse la più “architettonica delle scienze”, cioè quella che deve costruire, e costruire non già il bugigattolo dei nostri egoismi, ma lo spazio intersoggettivo della convivenza. Un compito così arduo per il quale non mi sento pronto. Ma chi, invece, lo si sente già, si giudica da sé medesimo: l’eletto è colui che si candida, non già il prescelto per opera dello spirito… si presume che egli abbia ben chiaro ciò verso cui corre. L’incapacità, soprattutto quando è ammessa, degli elettori di far meglio degli eletti, non giustifica questi ultimi dai propri errori o limiti. L’onestà, tanto sbandierata in politica, non è una virtù aggiuntiva, ma il pre-requisito fondamentale per ogni attività umana: onesto deve essere l’uomo politico, come il medico, il filosofo, il sacerdote, la casalinga, l’operaio, l’imprenditore ecc. Del resto, non ho mai sentito alcuno dirsi disonesto, perché nessuno è mai apparso indegno davanti al proprio ego. Quindi, bisogna far bene il proprio officio: nessuno giudica sull’onestà altrui, perché a farlo ci sono preti e magistrati. Quando Ella riuscì a coalizzare così tanta gente, e a portare alla ribalta della politica che conta le amministrative mottesi, con interventi di illustri senatori e deputati sul palco dei tribuni, credo sapesse a cosa andava incontro. Se Ella si sentì così degno di tale compito, cioè quello di amministrare la sua gente, il paese che le ha dato i natali e che conserva le ossa dei suoi avi, allora sarebbe farLe un torto non pretendere, poi, che si tenga fede a quelle belle promesse. Io, per mio conto, le dirò di non aver creduto al nuovo messia – l’uomo al di là del quale non ci sarebbe stata più speranza per noi, come mi disse un suo zelante apostolo. E non già per poca stimata verso di Lei, ma perché reputo “sventurato l’uomo che confida nell’uomo” (Ger 17,5), in sé stesso cioè o negli altri. L’umanità ha già avuto il suo Salvatore, non abbisogniamo di un altro. Per quel che mi riguarda, gradirei sapere solamente quale sia il suo pensiero su questa faccenda. Solo questo. Nient’altro. Capisco la responsabilità che pesa su di lei, ma pare che altri suoi colleghi, nella provincia catanese, non si siano tirati indietro. Ora è venuto il momento anche di noi mottesi. Verrà poi, ne sono certo, il momento della calma e della serenità d’animo, nel quale discutere sui massimi sistemi della vita e del mondo. Poi. Per ora, abbiamo questa patata bollente. Io ho detto la mia. Aspetto di sapere la Sua.
Cordialità, Antonio Giovanni Pesce.
Pisa, marzo 2009
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nuccioguarnera
Utente Master
280 Messaggi |
Inserito il - 19/03/2009 : 15:13:38
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Caro Antonio…………..ho letto con molta attenzione e meraviglia la tua lettera indirizzata, purtroppo, ad un personaggio che politicamente e socialmente non è riuscito a strutturare nulla di positivo e di buono per la crescita e lo sviluppo della nostra ridente comunità, anzi, da fatti rilevati, sembra ci abbia venduti, per pochi denari, ad associazioni, vedi ATO, san Giorgio ecc…, verso le quali dobbiamo sottostare ai loro salassi in silenzio svendendo la nostra dignità. Le tue interessanti e condivisibili parole riempiono di speranza il mio cuore.
Ancora, penso, non è tutto perso, qualcuno riesce a tirarsi fuori dall’indifferenza, coartata dal sistema, e gridare a voce alta le proprie idee senza alcun timore, addirittura mettendo la propria firma su ciò che ha scritto. Parole….possono sembrare semplici parole che non sortiranno alcun effetto momentaneo e visivo, però stai certo che: “qualunque pietra viene buttata in un lago, anche di dimensioni ridotte, genera cerchi concentrici che prima o poi, non solo toccheranno le sponde del lago stesso, ma si intrecceranno con altri piccoli invisibili sommovimenti che permetteranno la deflagrazione di “nuove idee”.
A proposito del divieto assoluto che invii ai sorridenti politici in lista per le prossime elezioni comunali, di non presentarsi a casa tua a chiedere “il voto”, dovrebbe essere un esempio da emulare. Dovremmo farlo tutti, addirittura scrivere dietro le nostre porte a caratterI cubitali: “QUI VIVONO PERSONE LIBERE E DIGNITOSE, I POLITICANTI OCCASIONALI, COLORO CHE NON RISPETTANO LA LIBERTA’ ALTRUI, SONO PREGATI DI NON BUSSARE PERCHE’ NON SONO BENE ACCETTI”. Difendere la propria dignità “….per non sputarsi in faccia……”, come dicevi, è l’unica via da perseguire, costi quel che costi.
Abbiamo dimenticato che oltre tutto questo mondo, sommerso da infinite facezie e calpestato da tristi figuri che tentano di assimilarci alle loro piccine aspirazioni, esiste qualcosa di Grande, di pulito, di armonioso, verso il quale dobbiamo tendere: L’AMORE PER L’UMANITA’. Trascurare l’Uomo E il Divino che EGLI rappresenta, è la tendenza di questa società, e Motta, purtroppo, è rappresentata da un sindaco che dell’inefficienza politica e sociale e dell’insensibilità verso gli innumerevoli problemi che investono l’intera collettiva, ne ha fatto un suo triste emblema.
Verranno, caro Antonio….verranno in tanti a chiederci il voto. Qualcuno so che sta usando il telefono per contattare la gente, indicando sé stesso come candidato da votare o promovendo l’immagine di qualche altro politico verso il quale indirizzare il consenso. Intrecci inconfessabili anche tra personaggi mottesi considerati fuori da questa fanghiglia politica.
Verranno sicuramente, sfodereranno sorrisi verso qualcuno, minacce verso qualche altro, promesse verso il disoccupato, ideali verso il sognatore…………….faranno di tutto per raggiungere l’obbiettivo, e purtroppo, l’Uomo, il massimo rappresentante del Divino sulla terra, sarà bistrattato e considerato, come sempre, un semplice numero da aggiungere o da tagliare dal carnet della miseranda conta dei voti carpiti con l’inganno.
Verranno in tanti, ne sono sicuro. L’unico modo per non farli avvicinare e, quindi, farci considerare UOMINI LIBERI per quello che siamo, è quello di manifestare apertamente e liberamente le nostre idee sulla politica e su come intendiamo che si sviluppi il nostro caro paese.
Grazie Antonio per aver manifestato il tuo coraggio.
Gentilmente nuccio guarnera
19 marzo 2009
ps – per dovere di cronaca: penso proprio che questo Sindaco non sia in grado di risponderti. Magari ti rispondesse!!!?.
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red
Utente Master
688 Messaggi |
Inserito il - 20/03/2009 : 09:39:00
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Caro Antonio G.P. credo che faticherai ad avere una risposta dal nostro massaricchio,non perche'non vuole darla,ma perche' impossibilitato a darla non avendo,secondo me,neanche capito le domande che tu chiaramente poni. Ricordiamoci che nel mondo domotico del nostro "poeta campestre",la cultura è un opzional da baipasssare facilmente ,con i cosidetti discorsi diretti,privi di logica,privi di nesso. Nell'era aurea che abbiamo vissuto in questi anni ,spiccano per profondita' i suoi interventi di uomo di altra cultura,di homo dottus novus ,molto distante dalle nostre misere conoscienze. Ricordiamo alcuni dei suoi interventi domodici che ci hanno affascinato. Sul palco, in campagna elettorale: "......avrei tre cose da sottolineare,me ne ricordo due .... e infine ne dice una. Alla celebrazione del 4 novembre 2008: ".....godiamoci questo momento celebrativo,anche perche' probabilmente molti di voi il prossimo anno non ci saranno.." Ad una manifestazione : "Ringrazio il maresciallo,il sindaco(autoringraziamento),l'on.... " Vuoi che un simil prodigio capisca il tuo scritto. Io nutro molti dubbi in proposito . |
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albertolupo
Utente Master
152 Messaggi |
Inserito il - 20/03/2009 : 18:46:08
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Esprimo anche io, la mia solidarietà ad Antonio, auspicando che tutti noi un giorno non molto lontano possiamo manifestare pacificamente tutto il disprezzo per questa gente che oggi ci chiede il voto ma che in questi anni è stata sorda nell'ascoltare le esigenze della cittadinanza, ed è stata muta a dare delle risposte.
La golden politic ha prodotto solo arricchimenti personali e totale disprezzo verso chi ha governato.
Non dovrei dirlo, ma grazie a Prodi, questo non ha potuto spendere l'enorme avanzo di amministrazione che il nostro comune ha, e lui sa anche il perchè di questo enorme avanzo.
Perchè se venivano attuati nel criterio di spesa le teorie della GOLDEN POLITIC io non so dove eravamo.
AUSPICO UN MOVIMENTO DI OPINIONE TRASVERSALE MOLTO VASTO CHE DIA SEGNALI DI UN CERTO PESO SPECIFICO A TUTTI I LIVELLI.
Cordialità. |
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Antonio G.P.
Utente Attivo
29 Messaggi |
Inserito il - 22/03/2009 : 10:14:06
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Ringrazio per le attestazioni di stima. Che sono arrivate anche attraverso email e telefonate. Non vorrei, però, che al mio intervento venisse dato un senso diverso da quello per cui è nato. E non dico questo per chi sa quele recondito motivo, o magari perché mi sono accorto di essere andato un pò "al di là", e dunque tema.... non temo nulla - ma perché, c'è da temere? e che? polemiche? Il mio intervento non è contro "questo" sindaco, perché non mi illudo che, senza di lui, le cose andrebbero meglio. Personalmente, poi, non ho mai avuto nulla contro NIno Santagati, anzi. Soltanto, la sua esperienza amministrativa mi sembra in linea con l'andazzo degli ultimi decenni. Qualcuno può garantire che, combatendo contro di lui, ci attenda un dopo-di-lui migliore? Allo stato attuale, non so neppure chi ci vorrà essere dopo di lui. La verità è che, a trent'anni, mi sono stancato - ho cominciato presto, lo so, ma che posso fare? Stanco della solita italia(in)netta. Stanco dell'andazzo che registriamo da decenni in Sicilia. Stanco di come vanno le cose a MOtta, dove io ormai vivo poco, ma dove ho lasciato gli affetti più cari. Chiedo solo di pagare il giusto, e di spendere poi il rimanente che mi viene chiesto, a mio avviso illegittimamente, per "gemellarmi" con chi voglio io e CON I SOLDI MIEI. Chiedo troppo?
Antonio Giovanni Pesce |
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