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red
Utente Master


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Inserito il - 04/04/2012 : 09:14:14  Mostra Profilo Invia a red un Messaggio Privato  Rispondi Quotando

“Dove andare in questo fine settimana?”
Questa domanda mi frullava nella testa gia’ da Mercoledi’.A Siracusa,a Palermo,alle Gole dell’Alcantera? Tutti posti gia’ visitati. Fuori Sicilia o in posti che richiedono troppo tempo per raggiungerli non è il caso,dato il poco tempo a disposizione e le esigue possibilita’ economiche.
Una strana idea mi viene in mente. Si,faro’ cosi’.Sabato lo dedichero’ a un salutare riposo ,molto utile in questo periodo per me stressante e domenica visitero’ il mio paese. Visitero’il mio paese per scoprirlo,per cercare cose che forse non conosco di lui,per soffermarmi in luoghi che forse troppe volte ho guardato con troppa sufficienza.
Cerchero’ di addentrarmi in quella macchia verde che, con grande fantasia ,noi paesani chiamiamo boschetto, per vedere se gli eucalipti , che la compongono, nascondono veramente la famosa fauna di cui si parla:merli e falchi ,una volta molto presenti nelle nostre zone. Approfittero’ per constatare anche se veramente quell’altare votivo costruito al suo ingresso è di origine araba. La costruzione sembrerebbe ricordare vecchi minareti e chi sà se non riesca a notare anche particolari interessanti?.
Debbo andare anche all’inizio del paese e fermarmi di fronte a quella strana fontana appiccicata alle mura di una vecchia casa per vedere se ,come mi dicevano i miei nonni,quella non è altro che cio’ che è rimasto di un vecchio abbeveratoio dove i contadini ,al ritorno dalle campagne,dissetavano i loro animali. Poi mi rechero’ al Borgo antico .Non con la macchina e neanche per la strada maestra. Saliro’ dalla piccola scala che dalla base della rocca, conduce alla sommita’ dove il vecchio Castello Normanno e la Chiesa Madre sembrano guardare dall’alto tutto il paese. Debbo andarci anche per vedere lo stato dei resti delle mura che una volta circondavano l’intera rocca e che da lontano a mala pena si scorgono per la vegetazione selvaggia che ormai li ha conquistati.
Rivedrò anche luoghi della mia infanzia in cui,dopo mattinate passate a scuola,sfogavamo,noi ragazzi del quartiere,le nostre fantasie di grandi esploratori.
Mi hanno detto che ,all’interno del castello, è stata allestita una mostra permanente di antiche armi e armature dell’era normanna. Quale occasione piu’ propizia per colmare una lacuna sinceramente inspiegabile per uno ,come me,che vive nel luogo?
Nel borgo antico ho intenzione di passarvi alcune ore. Soffermarmi in quei cortili interni che le vecchiette hanno adornato con tanti vasi di fiori variopinti e tranci di viti che si arrampicano fin su ai balconi delle modeste case. Guardare di nuovo,come da bambino,in quelle piccole cisterne,nelle cui acque piovane il rispecchiar del sole o della luna crea magici disegni.
Vicino alla casa dove abitava mio nonno,mi ricordo che ,attaccata alla piccola chiesa dell’Immacolata,vi era una volta un vecchio edificio ,sede una volta di un vecchio convento di frati domenicani. Constatero’ in quale situazione adesso si trova e se veramente è stato ristrutturato, come dicono,quel forno a legna che una volta serviva a tutte le donne del quartiere per fare la settimanale infornata di pane.
Certo dovro’ andare anche in quel balconcino,sporgente dalla rocca,per poter di nuovo ammirare la rigogliosa piana di Catania e il tortuoso andare del fiume Simeto che sembra,come una lama lucente,tagliarla in due.
Sara’ bello ridiscende piano piano,quasi gustandola,la discesa che porta alla piazza centrale e al monumento ai caduti che in essa si erge. Una “calata”,come comunemente da noi paesani viene chiamata,che diventa teatro naturale in occasione delle feste per la nostra patrona Anastasia. Sbandieratori,musici,cavalieri e dame la animano e le ridanno quell’antico splendore ,una volta, di principale accesso alla corte dei regnanti normanni.
Non è una brutta idea e forse è giunta l’ora che,prima delle cose lontane,vada a scoprire quello che mi è vicino.E’ bello diventare cittadino del mondo che ti circonda ,cercandolo di conoscerlo il piu’ possibile,ma prima forse sarebbe meglio diventare buon paesano del paese in cui uno vive.
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