red
Utente Master
688 Messaggi |
Inserito il - 30/08/2011 : 10:19:44
|
Giorno 24,il giorno delle cantate quando la Santa fa il primo ingresso in piazza,mi trovano nella calata dei campagnoli e subito ho notato il vuoto che dalle parti del bar Conti essa presentava.La festa è finita e viene voglia di rispondere"andiamo in pace".Ma per me non è cosi'.Diversi sono stai i campanelli di allarme che sono suonati e che dovrebbero far riflettere coloro i quali sperano che essa continui per molti altri anni.A partire da una processione desolatamente muta per lunghi tratti e vandalizzata da continue invasioni di gente incurante dell'evento che passava ,alle sfilate storiche che nel migliore dei casi presentavano ripetizioni e nei peggiori gruppi di straccioni messi alla rinfusa in improbabili eserciti con cavallerie impreziosite da pony e da uomini corazzati in cui spiccavano jeans di varie marche e scarpe di ginnastica che di storico avevano forse il laccio impropriamente non sostituito.La partecipazione popolare si è limitata negli "educati cori " che ragazzini e anzianotti non ancora usciti da una lunga puberta' si scambiavano in quelle esibizioni che ormai lasciano il tempo che trovano se non vengono finalizzate ad una vera gara,a trasformali in veri palii.Salvo poche eccezioni la nostta ANASTASIA ,anche sotto gli archi trionfali che in teoria dovrebbero essere eretti a sua gloria e che in effetti sono diventati manieri in cui uno si aspetta da li a poco l'uscita del conte Dragula,tranne qualche trichettracche sparato non ha ricevuto nessun omaggio pertinente.Per non parlare dei preti continuamente sbuffanti e palesemente insofferenti di fronte ad un accaduto in cui loro non hanno potuto far pesare tutta la loro grande preparazione teologica e dottrinale.Complice anche forse la stressante settimana di feste sasizzare che l'ha preceduta,secondo me,la festa appena passata si è stiracchiate , in una comunita' che ormai non la vive ma la guarda ,nell'attesa di raggiungere quel traguardo palesemente agognato da tutti:"oh finalmente è finita",finalmente ci possiamo riposare per non dire dormire ,come ha onestamente puntualizzato il prelato nel sacrato alla chiusura .Complici sia la difficile congiuntura sia ormai lo sfaldamento dei tessuti rionali ormai ridotti a pochi attivisti che giocano ogni quattro anni la partita in calendario,si sta rischiando,se non pensato in tempo,di vedere spegnere come una candela che a poco a poco si consuma,cio' che per il paese è la cosa piu' importante.E' il tempo in cui pensare è proprio questo.Questo ancora lontano dall'appuntamento prossimo,questo ancora zeppo di mesi in cui certi argomenti,certe innovazioni,certi suggerimenti possono essere valutati con la serenita' necessaria che certamente manca in quei giorni frenetici che precedono la festa.Per prinma cosa,secondo me,è estremamente necessario che quei Rioni che si sono presentati sfilacciati ,riacquistino quell'unita' senza la quale prima o poi li ridurra' a bettole per soli intimi,poi subito intavolare delle trattative con le autorita' ecclesiastiche per formulare proposte serie e fattibili per arrivare alla rivitalizzazione di cio' che appare ormai morente.Che si discuta adesso sulla scadenza,sull'intreccio fede-folklore,su problemi territoriali per stilare un "foglio sicuro" in cui questa nostra tradizione troppo ballerina per essere considerata vera tradizione,trovi un segno tangibile e certo della sua sicura esistenza e sopravvivenza.Non facciamo come al solito i Mottesi.Non diventiamo muti quando l'evento passa,e le vicente amministrative e politiche lo confermano,ma lavoriamo fin da adesso per non finire come al solito all'ultimo,quando il clima si trasforma in campagna elettorale o in arena per i soliti condottieri da strapazzo che approfittono degli umori uterini del momento per affermare la propria supremazia di "eroi al servizio del bene supremo del Rione",sicuramente cretini ma senza dubbio, per alcuni, eroi.
|
|