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Utente Master
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Inserito il - 04/11/2010 : 15:29:00
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Sembra che abbiano deciso:La Festa Grande il prossimo anno si fara'. Finalmente una bella notizia.Personalmente avevo dei dubbi che ci fosse ancora qualcuno che avesse l'interesse che questo grande evento si ripetesse,che la tradizione continuasse ,che la nostra Santa Padrona dovesse essere onorata come i nostri nonni ci hanno insegnato.Mi sono sbagliato e di questo me ne rallegro grandemente. La speranza rinasce.Si,perche' per me la festa grande,in un periodo in cui feti di discarriche e stagnazioni di spinte propulsive avvolgono il paese in una apatia suicida,puo' rappresentare un'occasione di riscatto ,di risveglio comunitario e sociale. E' importantissimo che questa nuova chance che la nostra Santa ci offre non venga sprecata in inutili e stucchevoli rivincite. Occorre che i Rioni facciano un'analisi attenta della situazione e che venga sfruttata per un rilancio che non puo' prescindere da un ritorno al passato che sicuramente dara' piu' sicurezze di un presente senza futuro.Bisogna che essi si riappropriano di tutto il loro territorio e non di singole vanelle.E' necessario che ogni Rione approfitti dell'evento per riavvicinare quei rionali che per varie cause si sono allontanati.Basta con i Guarnera o i Scire',i Massaricchio o i Francaviglia,I Tinnirello o gli altri.Vogliamo i Campagnoli,i Panzera ,i Mastri nella loro totalita' e non singole parti di un tutto che rischiano di staccarsi sempre piu' dall'idea originale di Rione per arrenarsi in forme associative di piccolo cabotaggio e di ristrettissimi interessi.Solo cosi',a parer mio,si puo' evitare una fine altrimenti solo rimandata.Solo avendo Rioni forti e veramente rappresentanti di tutto il territorio,la nostra comunita' puo' vincere quella sfida di identita' che viene messa in serio pericolo da influenze esterofile bacate e senza storia. A Motta manca tutto.-A Motta si rischia di perdere i mottesi.Che i Rioni si assumino la responsabilita' di far ridiventare mottesi i paesani e costringere i forestieri a confrontarsi con realta' forti che danno e non subiscono steriotipi senza senso. Che ridiventino grandi organizzazioni con grande partecipazione e non piccole proloco con aspirazioni modeste.Fateci ridiventare campagnoli,panzera e mastri e sicuramente ridiventeremo quei mottesi che nulla hanno da invidiare a nibelunghi invasori. Una speranza,un'occasione,un nuovo inizio deve essere interpretata la festa grande che ci accingiamo a celebrare.Ridurla a semplice sfogio di capacita' di piccole tribu' in cerca di gratificazioni o di ripicche,contribuira' a estremizzare quella tendenza gia' notata negli ultimi anni,quella che la gente,che il popolo,che Motta guarda solo la Festa ma non partecipa piu'.Ridurre il tutto ad un teatrino che ogni quattro anni apre i battenti per esibire la propria compagnia d'arte,non è quello che puo' sostituire il trasporto di un intero popolo che ha voglia di estenalizzare la propria devozione a S.Anastasia assieme,tutti,divisi ma uniti in quello che i nostri nonni per anni ci hanno insegnato e tramandato e che come nipoti irrispettosi stiamo distruggendo.
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