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 Oramai siamo abituati a porgere l'altra guancia
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red
Utente Master


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Inserito il - 02/07/2010 : 11:02:15  Mostra Profilo Invia a red un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
L’hanno accolta come un’’assoluzione, si sono congratulati con l’imputato e, tirando un sospiro di sollievo, hanno rilasciato, come d’abitudine, dichiarazioni sconcertanti. L’amico del cuore, nonché braccio destro, del pericoloso burattino di Arcore è stato riconosciuto colpevole del reato di concorso esterno in associazione per delinquere di stampo mafioso, e con la sentenza di appello gli è stata comminata una condanna a 7 anni di detenzione (due in meno del processo di primo grado) da un collegio giudicante oltremodo garantista visto che riguardo al periodo successivo alla fondazione di Forza Italia, non ha ritenuto che ci fossero prove schiaccianti e testimonianze inconfutabili atte a confermare la pena precedente. Resta comunque la riaffermazione dei legami con la mafia, cioè quell’organismo che il governo dell’amico Silvio sostiene di combattere tenacemente, e che sappiamo tutti di quanto sangue e quanto dolore sia responsabile. Il tutto accompagnato dal sorrisetto arrogante di chi si sente al sicuro, grazie alle norme sciagurate che un parlamento svuotato di ogni prerogativa sforna in quantità industriale (ormai un impedimento più o meno legittimo per sottrarsi al giudice naturale, non si nega a nessuno) e da parole di sfida con cui proclama suo idolo il mafioso Mangano che ha saputo tacere sul suo coinvolgimento, rifiutandosi di compromettere i suoi degni compari.Ce ne sarebbe abbastanza per provocare non dico una rivoluzione, ma almeno una protesta energica e decisa, tale da costringere i collusi alle dimissioni, alla remissione del mandato e infine portare a una scossa istituzionale. E invece no, perché non siamo più un paese normale, perché la culla del diritto è caduta in mano a dei briganti che, dopo il caso del pregiudicato Brancher nominato ministro del legittimo impedimento, ci mollano l’ennesimo schiaffo costringendoci ancora una volta a porgere l’altra guancia .
Ieri ho parlato con un amico di Aquila,conosciuto ai tempi in cui lavoravo al nord.
Dopo i saluti,mi racconta cio’ che gli succede e cio’ che succede a tutti gli aquilani e che le tv del padrone si guardono bene dal riportare.
Mi racconta che ieri gli ha telefonato l'impiegata di una società di recupero crediti,per conto di Sky che gli comunica che risulta moroso dal mese di settembre del 2009.
Gli chiede come mai. Lui le dice che dal 4 aprile dello scorso anno ha lasciato la sua casa e non vi ha più fatto ritorno. Causa terremoto.
Il decoder sky giace schiacciato sotto il peso di una parete crollata. L’operatrice ammutolisce.
Quindi si scusa e gli dice che farà presente quanto da lui detto a chi di dovere. Poi, premurosa, gli chiede se ora, dopo un anno, è tutto a posto.
Gli dice di amare la sua città, ha avuto la fortuna di visitarla un paio di anni fa. Ne è rimasta affascinata. Ricorda in particolare una scalinata in selci che scendeva dal Duomo verso la basilica di Collemaggio.
Al mio amico gli sale il groppo alla gola. Lui abitava proprio lì. Lei ammutolisce di nuovo. Poi lo invita a raccontarle cosa è la suaa città oggi. E lui lo fa.
Racconta all’operatrice del centro militarizzato,che non puo’ andare a casa sua quando vuole. Le racconta che, però, i ladri ci vanno indisturbati.
Le racconta dei palazzi lasciati lì a morire. Le racconta dei soldi che non ci sono, per ricostruire. E che non ci sono neanche per aiutare gli aquilani a sopravvivere. Le racconta che, dal primo luglio, torneranno a pagare le tasse ed i contributi, anche se non lavorano. Le racconta che pagheranno l'i.c.i. ed i mutui sulle case distrutte. E ripartiranno regolarmente i pagamenti dei prestiti. Anche per chi non ha più nulla. Che, a luglio, un terremotato con uno stipendio lordo di 2.000 euro vedrà in busta paga 734 euro di retribuzione netta. Che non solo torneranno a pagare le tasse, ma restituiranno subito tutte quelle non pagate dal 6 aprile. Che lo stato non versa ai cittadini senza casa,che si gestiscono da soli,ben ventisettemila, neanche quel piccolo contributo di 200 euro mensili che dovrebbe aiutarli a pagare un affitto. Che i prezzi degli affitti sono triplicati. Senza nessun controllo.
Che lui paga ,in un paesino di cinquecento anime, quanto Bertolaso pagava per un'appartamento in via Giulia, a Roma.
Le parla dei nuovi quartieri costruiti a prezzi di residenze di lusso. Le racconta la vita delle persone che abitano lì. Come in alveari senz'anima. Senza neanche un giornalaio. O un bar. Le racconta degli anziani che sono stati sradicati dalla loro terra. Lontani chilometri e chilometri. Le racconta dei professionisti che sono andati via. Delle iscrizioni alle scuole superiori in netto calo. Le racconta di una città che muore.
A questo punto io lo interrompo e gli domando come mai i giornali e i media non parlano di una cosi’ degradante situazione.Mi risponde malinconicamente che agli italiani,ormai ridotti alla sordita’ dal nanetto di Arcore,è giusto dare un informazione attraverso giornali e televisioni mute.
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