Nota: Devi essere registrato per poter inserire un messaggio.
V I S U A L I Z Z A D I S C U S S I O N E
nuccioguarnera
Inserito il - 06/07/2009 : 09:20:13 A PROPOSITO DI CARITAS
Da un po’ di tempo mi arrivano da voci amiche momenti di perplessità e di rammarico, verso i miei confronti, suscitate da certe frasi che avrei detto a proposito dell’azione che la Caritas svolge a Motta. Ovviamente, con il massimo rispetto, ognuna di queste persone si è premurata a chiedermi delucidazioni sulla veridicità di simili frasi. Ho cercato di addurre i motivi che tempo fa, 11 giugno 2007, mi hanno spinto a scrivere l’incriminato articolo “LA CARITA’ DEI BUONI PER CASO” sperando di fugare dalle loro menti l’errata conclusione alla quale sono arrivate. Li ho invitati ad andare a rileggere i vari articoli che in quel periodo sono circolati sul forum sperando di riconnetterli con la vera Verità “DI ALLORA” che aveva sospinto la diffusione di quelle mail. Forse non si è perso il giusto tempo per ricercarne i motivi impliciti tra quegli stessi articoli, sta di fatto che fino a ieri sera, un amico con il quale ci stimiamo da sempre, con il cuore in mano mi ha detto di non capire come mai una persona come me abbia potuto scrivere quelle cose sulla e contro la Caritas. Invito anche Lui ad andare a rileggerlo con tutti gli interventi succedutesi in quel periodo sul caso. Sicuramente capirà molte cose e, soprattutto, si renderà conto che la Verità di allora, sono trascorsi più di due anni, non è quella di adesso. Ovviamente il senso del mio articolo rimane perché si aggancia ad una generalità diffusa, mentre nella particolarità, nel nostro caso quella di Motta, è senz’altro cambiata la mia opinione perché sono cambiate le persone, le prospettive e il modo di avvicinarsi a chi si sceglie di aiutare.
Di seguito mi permetto di riportare integralmente l’articolo incriminato e uno stralcio di un altro articolo, sperando che gli interessati ne capiscono il vero senso. Chi trova un po’ di tempo gli consiglio di cuore di andare a rileggere tutte le mail che in quel momento sono transitate sul forum.
Grazie di cuore a questi amici che con la loro sincerità mi hanno spinto a resuscitare dal mio inconscio momenti di gloriosa e amara partecipazione letteraria al forum.
Gentilmente nuccio guarnera 6 luglio 2009
Ps – seguono i vari articoli.
LA CARITA’ DEI “BUONI PER CASO”
Onde evitare future incomprensioni o particolari risentimenti da parte dei tanti “buoni per caso”, mi espongo in prima linea denunciando anche la mia inattività nel campo del “volontariato”, inteso e riconosciuto come unico modo ufficiale per aiutare l’Altro. Preferisco non citare le attività di tante altre persone, di come intervengono, nel silenzio delle loro conoscenze, a vari livelli, nel campo degli “aiuti all’Umanità”. Potrebbero essere non capiti o addirittura fraintesi.
L’intenzione precipua del guerrafondaio è quella di creare, dopo aver distrutto tutto, le condizioni per intervenire in quelle stesse zone in cui ha creato la guerra, producendo un grande frastuono mediatico, tramite aiuti umanitari in massa per pulirsi agli occhi del mondo la coscienza, quella stessa coscienza che fino a qualche giorno prima lo ha spinto ad affamare intere popolazioni per ottenerne il dominio e il controllo su un territorio volutamente annientato. E’ la stessa cosa che si verifica in seno ai singoli Stati, in particolare nelle piccole comunità dove le attività di volontariato impazzano sospinti da una “emotività umanitaria” che a sua volta spinge gli stessi attivisti a convincersi di fare “i buoni” a tutti i costi, di considerare “gli altri” come suoi fratelli e di prodigarsi al massimo nell’elargire qualche pacco di pasta, qualche bottiglia di olio e qualche barattolo di salsa. Questi concetti, mi chiedo, certamente in gran parte sostenuti da buoni propositi, pur roteando da secoli attorno alle grandi organizzazioni umanitarie, sono mai riusciti a scardinare l’insensibilità umana e la freddezza dei cuori per dare, finalmente, un’impronta definitiva alla crescita interiore dell’Umanità per un risveglio di quella Coscienza Collettiva permeata dall’Amore Assoluto? Alla luce dei fatti, questi comportamenti “caritatevoli”, non hanno sortito alcun “effetto limitante”, almeno a livello planetario, sulle guerre, sui genocidi, sugli sfruttamenti e sul depauperamento di immense zone di territorio terrestre. Qualcosa quindi non va. Qualcosa in questo susseguirsi di interventi “misericordiosi” non è andato nel verso giusto, difatti i poveri continuano ad esistere, le guerre imperversano e i potenti, di contro, continuano ad essere sempre più prepotenti. Vuol dire forse che i metodi sono sbagliati o vi è qualche motivo più profondo che riguarda il “sentire interiore” e l’intensità con la quale si vuole trasmettere l’Amore che non riesce a coinvolgere nessuno degli “attori” interessati, nemmeno sé stessi. Perché quindi un tale “principio universale”, quello del volontariato, non riesce esplicitamente ad ottenere effetti coinvolgenti capaci di stravolgere, in positivo, le coscienze di ogni singolo individuo? Come mai tutto questo effluvio di parole, seguito qualche volta anche da relative azioni, non riesce a determinare cambiamenti radicali almeno nella realtà in cui si sta operando? Potrei citare numerose organizzazioni ufficiali che operano nel territorio di Motta, tutti sospinti, me lo auguro, da buoni propositi per aiutare il “bisognoso”. Potrei parlare sui loro programmi e di come intendono agire tra la gente, di come accolgono i “bisognosi” e di quanta passione mettono durante i loro incontri nelle sagrestie o nelle sedi preposte per tali azioni “caritatevoli”. Eppure il risultato sperato non arriva. Rimangono solo azioni vuote, fredde, unilaterali e lontane dall’esaudire le vere richieste del “bisognoso” che, secondo me, sono essenzialmente interiori, di crisi di coscienza e di identità, e di angosce esistenziali che gli opprimono la vita. Questo può voler dire tante cose, principalmente che la parola “volontariato”, per chi l’afferma, è una parola VUOTA che non sente assolutamente vibrare dentro di sé, e poi, può anche essere che, chi la dovrebbe ascoltare, non è ancora pronto per recepirla. Se non si crea sintonia ed empatia tra il donatore e il ricevitore, non si potrà mai sperare ad un cambiamento. Chi dona non deve sentirsi un privilegiato perché ha la possibilità di aiutare il prossimo senza apparentemente chiedere nulla per sé stessi. Deve umilmente donare all’Altro ringraziandoLo, nello stesso tempo, per la grande occasione che Gli sta dando e cioè la possibilità di riscattarsi, con questa Sua azione, dai tanti momenti di insensibilità vissuta e perpetrata nei confronti dell’Uomo. Chi riceve, invece, non deve sentirsi umiliato o amareggiato, deve mostrarsi in tutta la Sua dignità convinto che l’Altro, colui che dona, ha bisogno della Sua presenza per liberare la propria coscienza dai tanti orpelli che la tengono agganciata a forme di esibizionismo camuffato da “atti di volontariato”. Quindi l’azione in sé deve essere vissuta come un momento di reciproca condivisione in cui ognuno rispettivamente serve di aiuto all’Altro per far risvegliare in entrambi l’unica cosa che hanno in comune e che al momento sta dormendo: l’AMORE. L’Amore, che è la causa dell’Amore stesso, non può esplodere se prima non ci esplode dentro e se innanzitutto non si considera l’Altro come noi stessi. Se prima non muore l’io dentro di noi, se non si spegne la voglia di apparire, se il desiderio sfrenato di essere i primi nell’aiutare l’Altro non si estingue, l’Amore non ci imploderà mai dentro. Sarà come un manifesto elettorale sul quale elencare le qualità di “noi buoni” e le “manchevolezze” dei miseri che grazie a noi stanno continuando a vivere. Bisogna uscire fuori dalle sagrestie, dalle sedi di partito, dalle varie organizzazioni umanitarie o dai vari centri sociali se veramente si vuole condividere l’essenza dell’Altro. Siamo noi, i presunti donatori, i veri accattoni, e non l’Altro, il presunto “bisognoso”, che nella Sua dignità ci fornisce i mezzi per purificare le nostre coscienze o per redimerci dai peccati commessi. Noi siamo i peccatori che pur di gridare a voce alta che abbiamo “dato” qualcosa a qualcuno sovvertiamo tutte le regole del vero Amore. Non auspico un cambiamento nel modo di “servire l’Altro”, spero solamente in una presa di coscienza collettiva in cui l’Uomo, io in prima persona, si convinca che l’Altro non può essere aiutato se prima non realizziamo l’Amore dentro di noi. Saremmo come il suono di una campana afona.
E’ la solita provocazione che lancio immolandomi in prima persona.
Nuccio guarnera
11 giugno 2007
ps – mi preme sottolineare che il “bancone umanitario” della Caritas esiste già da anni. Riconosco il suo lavoro positivo in seno al paese, però lo critico, secondo me giustamente, per la mancanza di inter-comunicabilità tra chi dona e chi riceve. E’ come un non volersi mischiare rispettivamente l’uno nell’altro per non perdere la propria identità. Anche questa è una provocazione a viso scoperto, consapevole di tirarmi addosso strali avvelenati.
(LE PAROLE CHE SEGUONO SONO SOLAMENTE UNA "PICCOLA PARTE" DI UNA LUNGA LETTERA INVIATA AD UN PRESUNTO PAOLO CHE CERCAVA MALDESTRAMENTE DI PRENDERE LE DIFESE DI UNA CHIESA CHE SECONDO ME NON GLI E' MAI APARTENUTA)
AL CARITATEVOLE PAOLO
...............L’opera del volontariato, ti ricordo, sa camminare da sola. Non ha bisogno di strutture o di metodi per coabitare con la gente del popolo. E’ nella natura umana avvicinarsi al prossimo per tendergli la mano. Forte tu hai bisogno di essere regolamentato nella Caritas o in altre strutture per aiutare l’Altro, ma chi veramente Ama il prossimo non ha bisogno di regole o di organizzazioni, anche se l’esistenza di tali organismi serve a coordinare aiuti internazionali e serve a chi da solo non saprebbe come fare e a chi rivolgersi. Chi Ama, aiuta e basta. In silenzio. Non chiede e non pretende nulla. Ospita in casa propria per mesi interi persone di qualunque tipo, rischiando in prima persona, senza pretendere nulla in cambio. Chi opera libero da preconcetti o da strutture varie sa che l’Amore è l’unica cosa che paga. Sa che “abbracciare un immigrato”, senza guardarne il colore, non è come dargli un semplice pacco di pasta………….E’ ALTRO………….molto di più che un normale scontato aiuto regolato da prescrizioni di partito o di organizzazioni varie. E’ il sorriso che gli dai a farlo ridere con te; è l’accoglienza, persino nella propria casa, tra la tua famiglia, a farlo sentire a casa; è l’Amore che percepisce nei tuoi sguardi, nelle tue carezze, nel tuo cuore a farlo sentire felice, vivo e soprattutto un essere Divino, e non un reietto da aiutare semplicemente per regolare i conti con la nostra coscienza che ogni tanto si fa sentire o perché qualche organizzazione religiosa o politica impone con autorità il messaggio d’Amore. Forse tu hai bisogno di riconoscenze o di timbri per dimostrare la tua presenza a qualche tuo superiore proprio quel giorno a quella ora dietro quel “bancone umanitario” per preservarti la salita in cielo…………..ma il semplice, l’onesto con se stesso, colui che dà sapendo di dare perché è giusto così, il sincero………….. E’ GIA’ IN CIELO. Ogni sua azione è Divina così come è. Ama la natura e cerca di proteggerla con i mezzi che ha a disposizione, rispetta le “Diversità” umane sotto tutti gli aspetti riconoscendole perfette per quello che sono e non si permette di emarginarle o di giudicarle solo perché vivono la loro vita in modo “diverso” dal nostro. Non so se tu conosci l’Altro mondo, quello che pretendi di aiutare rimanendo freddo dietro il tuo scranno da “autorità decisionale”, è bene però che se non lo conosci direttamente, ti scuoti dal tuo autoritario modo di dare ordini e scendi tra i miseri mortali. Gli ammonimenti sgridati da sopra un pulpito non ottengono mai l’effetto desiderato, creano ascoltatori supini affascinati dal borioso parlare, ma di dentro rimangono vuoti come le famose campane evangeliche. Chi conosce sa scegliere e sa come e quando discernere………………ma chi non conosce, chi vive all’ombra di un “ordinatore” supremo al quale non può rivolgere nessuna critica, ebbene, quello non sa scegliere, non può discernere perché il “regolatore” supremo ha scelto per lui......................