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V I S U A L I Z Z A D I S C U S S I O N E
nuccioguarnera
Inserito il - 23/11/2009 : 07:48:38 IL 4 DICEMBRE IN BIBLIOTECA SI DISCUTE SULLA “VIA DELLA SETA”
Un invito a viaggiare liberi e a conoscere il mondo discutendo sulle immagini della favolosa VIA DELLA SETA. Un avventura in presa diretta vissuta e raccontata da Pina e Nuccio partendo proprio dalla mitica Peshawar, oggi tristemente famosa per il dramma di una guerra senza senso e ingiusta. Partendo proprio d Peshawar, si risale lungo il confine afgano per la valle del Kafiristan per arrivare a Chitral, da dove in jeep ci spostiamo verso il nord al confine con Tajkistan con passi oltre i 5550 metri di altitudine per arrivare a Gilgit la terra degli Hunza, il popolo più longevo del mondo. Si continua a salire verso il confine cinese percorrendo in autobus la mitica Karakorum highwai verso il Koujerab pass, all’ombra dei ghiacciai eterni del Rakaposhi e del Nanga Parbat, da dove si entra in Cina attraversando la catena Himalyana del Karakorum. Si arriva a Kashgar, citata nel Milione di Marco Polo, famosa per il suo mercato e si prosegue in treno verso le oasi carovaniere di Turfan, attraverso il deserto del Taklamakan, e Dunhuang, lambendo il deserto di Gobi, conosciuta per le statue di Buddha alte trenta metri ricavate all’interno di una montagna. Si arriva a Golmud, uno dei confini via terra che permette l’accesso in Tibet. Dopo una settimana di fermata forzata in questa città per ottenere il permesso di transito per attraversare il Tibet fino ed arrivare in Nepal, ci rimandano indietro adducendo la scusa che in quel mese, luglio 2001, si celebra il 50 anno della liberazione del Tibet dal potere temporale. Ci rimandano indietro e dobbiamo ripercorrere nuovamente la strada verso il Pakistan (6000km più altri 6000 km al ritorno) per prendere un volo verso Katmandù da Islamabad. Un viaggio allucinante, favoloso e, per certi versi, molto triste. La Cina non solo ha occupato il Tibet riducendo un popolo meraviglioso e libero alla disperazione, ma si permette di celebrare il giorno dell’invasione tibetana come un atto di liberazione. Una tragedia umana inenarrabile senza alcun rispetto per la vita umana rafforzata dal silenzio “timoroso” di gran parte delle nazioni mondiali.
La proiezione in diapositive avverrà il 4 dicembre alle ore 18,30 alla biblioteca comunale. L’invito è rivolto indistintamente a tutti e tutti possono intervenire durante la proiezione per renderla dinamica e partecipata. Un modo diretto e più umano di toccare il nostro Pianeta, viaggiando in punta di piedi senza pretendere di riportare la realtà del momento alle nostre esigenze, abbandonandosi in devoto silenzio alle meraviglie che continuamente ci passano davanti.
Andare liberi per il mondo è, secondo noi, l’ultima avventura rimasta. Girarlo a piedi o usando mezzi locali, camion, battelli postali, autobus o treni, permette un rapporto diretto e intenso con le realtà locali. Emozionarsi, essendo “in parte” inseriti nella scena in assoluto silenzio e rispetto, secondo noi, è l’essenza del viaggio stesso.
La condivisione con tutti di queste nostre immagini di mondo, vissute SEMPRE con zaino in spalla, all’insegna della LIBERTA’, la si deve all’insistenza di Vito Caruso il quale ci ha fatto capire quanto sia importante una “CONDIVISIONE PARTECIPATA” delle bellezze di questo nostro Pianeta proprio oggi quando tutto sembra ruzzolare in un baratro di insensibilità e di chiusura.
Dopo la proiezione sull’Etiopia, avvenuta il 6 di novembre, siamo felici di proporre quest’altra avventura vissuta in 50 giorni tra il luglio del 2001 e l’agosto del 2001, proprio qualche giorno prima dell’attentato alle torri gemelli.